giovedì 22 aprile 2010

Le Suicide Girls


Nato in America nel 2001 grazie all’idea di due intraprendenti giovani, Sean Suhl e Selena Mooney, è diventato un business e un nodo centrale per chi dell’alternativo fa il proprio stile di vita.
Poco vestite come le conigliette di Playboy ma molto più cattive. Si tratta di ragazze di stile punk, dark, indie note come Suicede Girls. Queste modelle per caso provano un piacere personale a posare davanti ai flash in tutto il loro anticonformismo, e non lo fanno a fine economico, ma sono ragazze del look non convenzionale, basato su capelli colorati e deadlocks, piercing e tatuaggi. Per loro l'importante è rappresentare un immagine alternativa, una bellezza poco comune ed un pensiero fuori dagli schemi.
Negli Stati Uniti quello delle Suicide Girls è un fenomeno che sta compiendo un decennio d'intesa esistenza. Un fenomeno di notevole portata, che ormai ci induce a considerare le Suicide Girls come veri idoli, quasi fossero delle vere star di qualche rock band. Da questa considerazione, immaginare emulazioni da parte delle nuove leve il passo è breve, spingendo così il movimento alla crescita costante.
Anche in Italia il fenomeno è in ascesa. Le Suicide sono oggi considerate delle vere e proprie web star,sono innumerevoli ormai le giovani attraenti che mettono in gioco una bellezza non convenzionale portando sui loro blog personali pensieri, idee e racconti di vita come milioni di altre ragazze che frequentano il web. In Italia il fenomeno è stato emulato dalle ragazze di SickGirl.

Dimenticatevi ormai delle classiche sexy girls da copertina o le conigliette di Playboy dai capelli biondi platinati. Qui si parla di “Suicide Girl”: tatuaggi, piercing, capelli colorati e dreadlocks, trucco appariscente e abbigliamento sopra le righe, fra lo stile dark e il fetish, perché così sono state ridefinite le nuove icone della bellezza.
Ma non basta.
Cosa dire allora a quei uomini con grande stile e raffinatezza che vanno ancora in cerca di quella classica bellezza feminile pura e incondizionata tipica degli anni '50 o '60. Non sarà arrivato il momento di rassegnarsi?

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